Magia dei paesaggi naturali sul confine tra il Montenegro e la Serbia

Diario di un viaggio nella natura selvaggia

Autore: M.G.R.

Cehotine; Foto: TO Pljevlja

Il Montenegro è diventata una delle destinazioni turistiche più apprezzate dagli amanti della natura. La maggior parte dei visitatori viene attratta dalle città balneari di Budva, Ulcinj, Kotor e soprattutto dalla famosa isola di Santo Stefano, molto amata dalla diva Sofia Loren. Dal 1991 il Montenegro si è ufficialmente dichiarato uno stato attento all’ecologia anche se in questo campo rimane sicuramente ancora tanto lavoro da fare.

Io sono stato attratto soprattutto dall’entroterra del paese e pertanto mi dirigo innanzitutto a visitare il canyon del fiume Tara nella parte settentrionale di questo stato balcanico. Il canyon arriva fino a 1.300 metri di profondità. Detiene il primato del canyon più profondo d’Europa ed è al secondo posto al mondo solamente dopo il Grand Canyon del Colorado. La riserva della biosfera del fiume Tara è stata posta sotto la tutela dell’Unesco ed è veramente stupefacente. Viene chiamata anche la lacrima d’Europa. Il fiume è attraversato dal ponte monumentale di Djurdjevica Tara distante solo pochi chilometri dalla città di Pljevlja. Quest’ultima è un posto che all’inizio lascia un po’ perplessi viste le numerose costruzioni industriali che lo circondano, ma il vecchio centro storico della cittadina con il suo parco Vodice, che è uno dei parchi più belli del paese, possiede un’atmosfera assolutamente incantevole. Proseguendo raggiungo il famoso punto panoramico con una vista superba sui meandri del fiume Čehotina. Alla fine della giornata mi accingo a pernottare presso l’eco-campeggio Djogaska Vrela dove in mezzo all’allegro starnazzare di oche e galline il mio stomaco ringrazia la padrona di casa, che ha preparato una cena succulenta a base di trote, pane fatto in casa e verdura dell’orto.

Djogaska Vrela; Foto: M.G.R.

La mia tappa successiva è la gola di Đalovići vicino a Bijelo Polje. Questa parte del paese è famosa per i suoi fenomeni carsici. Qui in un futuro non lontano i visitatori potranno avvalersi delle nuove infrastrutture per fare l’esperienza dei mondi sotterranei.
Proseguo verso la città di Rožaje dove mi incammino direttamente verso il leggendario ristorante Dermando. Il nome si ispira alla montagna Dermando, dove una leggenda racconta che sono stati sotterrati tre buoni uomini che tuttora proteggono Rožaje dagli eventi maligni.

Con l’aiuto della guida locale Semir Kardovic salgo sul Brahim Brijeg da dove c’è una splendida vista sul monte Hajla che fa parte del massiccio montano di Prokletije, anch’esso parco nazionale. Camminando mi godo il paesaggio naturale pieno di fiori di montagna e di aroma dei pini mughi.

Hajla; Foto: M.G.R.

Una nuova giornata mi trova sulla via oltre la frontiera con la Serbia verso la città di Tutin. Continuo il mio percorso attraverso il villaggio di Draga verso Mokra Gora immerso nella natura selvaggia avvolta nei colori splendenti del primo autunno. Mi accompagnano sulla montagna i membri del club alpino Beleg. Il villaggio di Mokra Gora è stato inserito dall’ organizzazione mondiale del turismo presso le Nazioni Unite (UNWTO) nel gruppo dei migliori villaggi turistici.

Il giorno seguente percorro la via che porta da Tutin nella direzione della città di Sjenica per arrivare fino all’altipiano di Pešter, che ha la fama di essere uno dei più grandi altipiani d’Europa, un po’ come il Tibet per l’Asia. Le distese maestose dell’altipiano sono assolutamente meravigliose. Peštersko polje è stato proclamato riserva naturale speciale considerata la sua ricca biodiversità. Inoltre è stato inserito nella rete dei luoghi dediti alla protezione degli uccelli ( IBA), delle piante (IPA) e delle farfalle ( PBA). Sulle rive del lago di Pešter osservo gli uccelli che in questi luoghi ameni si sentono al sicuro dai pericoli. Sopra Peštrsko polje si erge l’altura di Trojan. Qui si pensa deve esserci stato un centro abitato dei bogomili visto che nella zona sono stati rinvenuti numerosi sepolcri di pietra appartenenti ad essi.

Peštersko polje; Foto: M.G.R.

In quest’area è nata una interessante leggenda che racconta di Gutavica, un bosco del quale si dice sia stato maledetto. La gente del posto per non incorrere nella malasorte evita di raccogliere parti di piante o qualsiasi altra cosa in questo luogo.

L’ultimo giorno del mio viaggio nei luoghi meno conosciuti di questo vecchio sangiaccato turco mi vede diretto a Prijepolje, una piccola e piacevole città sul fiume Drina. In Serbia Prijepolje è nota soprattutto per il magnifico affresco dell’angelo bianco nel monastero di Mileševa. L’antico monastero offre la possibilità di pernottare, ma io proseguo in compagnia dei membri della locale associazione degli amanti della natura “Jadovnik” verso la omonima montagna, dove si può ancora respirare a pieni polmoni l’aria della natura incontaminata di questa parte dell’Europa.

Grifone (Gyps Fulvus); Foto: E. Hadzic